danilo canzanella blog

David di Donatello 20I5: Mia madre contro Il giovane favoloso?

A meno di un mese dall’annuncio delle nominations ai David di Donatello 20I5, considerati gli “Oscar” del cinema italiano, è partito un vero e proprio toto-nominations su chi riuscirà a conquistare l’ambita candidatura ad uno dei premi più importanti della cinematografia nazionale. I 3 titoli che al momento sembrano avere maggiori quotazioni per conquistare il maggior numero di nominations sono: Mia Madre di Nanni Moretti, Il giovane favoloso di Mario Martone e Anime Nere di Francesco Munzi. Seguono un pò distanziati Le meraviglie di Alice Rohrwacher e Il nome del figlio di Francesca Archibugi che comunque non dovrebbero avere problemi ad entrare nella cinquina. A seguire ci sono altri 5 film che hanno ottenuto il plauso della critica e che aspirano ad una candidatura come miglior film e che sono Maraviglioso Boccaccio dei fratelli Taviani, Un ragazzo d’oro di Pupi Avati, Vergine Giurata di Laura Bispuri, La foresta di Ghiaccio di Claudio Noce e Latin Lover di Cristina Comencini. Ma andiamo con ordine. Se nella categoria miglior film e miglior regia sarà un testa a testa tra Moretti e Martone, nella categoria miglior attrice protagonista la sfida potrebbe essere tra Margherita Buy (Mia madre), Alba Rohrwacher (Le Meraviglie), Micaela Romazzotti (Il nome del figlio), Sara Serraiocco (Cloro) e Ksenia Rappaport (La foresta di ghiaccio) Diversa la situazione nella categoria miglior attore dove Elio Germano parte favorito nel ruolo di Giacomo Leopardi ne “Il giovane favoloso” di Mario Martone. Se nella categoria miglior attore non protagonista emergono i nomi di Peppino Mazzotta per Anime Nere e Luigi Lo Cascio per Il nome del figlio, in quella per la miglior attrice non protagonista potrebbe farcela Barbora Bobulova per Anime Nere oppure si potrebbe omaggiare l’ultima interpretazione di Virna Lisi nel film Latin Lover di Cristina Comencini. Restiamo in attesa di conoscere quali saranno i nominati della prossima edizione dei David di Donatello.

 

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Le migliori interpretazioni femminili “snobbate” dagli Oscar

Ormai si sa, vincere un Oscar non è semplicemente una questione di talento (magari lo fosse), ma è il frutto di una serie di dinamiche molto spesso estranee al valore di una data interpretazione, dunque un mix tra un marketing aggressivo, critiche entusiaste, premi e nomination raccolti tra i vari festival internazionali, oltre alle famose pressioni delle case di produzioni che inseguono i giurati con le cosiddette “for you consideration”. Dunque , è chiaro che molto spesso gli Academy Awards hanno perso “grandi” occasioni di premiare delle memorabili interpretazioni che hanno messo a dura prova la credibilità del premio Oscar. Ecco una classifica delle migliori interpretazioni che sono state “a sopresa” snobbate dalla vittoria finale.

I0° Posto: SISSY SPACEK (Missing-Scomparso di Costa-Gravas) che interpreta la moglie di un giornalista americano ucciso brutalmente in Cile per aver scoperto il coinvolgimento della CIA nel golpe di Augusto Pinochet.

9°Posto: JOAN FONTAINE (Rebecca-La prima moglie di A.Hitchcock)che intepreta la giovane sposa del  ricco e aristocratico Massimo de Winter (Laurence Olivier) vedovo della prima moglie, Rebecca, con cui ha vissuto nel castello di Manderley, protetto con morbosa gelosia dalla signora Danvers.

8°Posto: BARBARA STANWYCK (La fiamma del peccato di Billy Wilder) che interpreta uno dei più affascinanti ruoli di dark lady, nei panni di una moglie insoddisfatta, che convince il protagonista ad eliminare il marito, parecchio più anziano di lei, dopo averle fatto stipulare a suo beneficio una cospicua polizza d’assicurazione sugli infortuni.

7° Posto: AUDREY HEPBURN (Sabrina di Billy Wilder) nei panni di una timida e graziosa ragazza, figlia dell’autista di una famiglia miliardaria di Long Island, da sempre innamorata del secondogenito David, il classico dongiovanni perdigiorno, il quale però non ha molta considerazione di lei, finchè non ritorna da Parigi completamente cambiata, ma questa volta c’è qualcun altro che si accorge di lei.

6°Posto: ELLEN BURSTYN (L’esorcista di William Friedkin)nei panni di una madre che non riesce a spiegarsi e ad accettare lo stato di salute di sua figlia che alla fine scoprirà essere posseduta dal diavolo.

5°Posto: CATE BLANCHETT (Elizabeth di Shekhar Kapur )nel ruolo della regina Elizabeth che avrà anche un seguito nel 2007 in Elizabeth: The Golden Age, ottenendo ancora una nomination ma senza riuscire a vincerlo.

4°Posto: EMILY WATSON (Le onde del destino di Lars Von Trier) nei panni di una ragazza credente, la cui semplicità, l’apparente ingenuità, il suo rapporto diretto con Dio, le hanno procurato fama di squilibrio nel suo ambiente chiuso,ma riuscirà attraverso una serie di sacrifici e umiliazioni a dimostrare che la sua presunta follia è in realtà paradigma di infinita fede e assoluta bontà.

3°Posto: BRENDA BLETHYN (Segreti e Bugie di Mike Leigh) una sfiorita operaia bianca che scopre suo malgrado di essere la madre di una giovane donna di colore, tra isterismi e pianti compulsivi offre un’interpretazione straordinaria

2°Posto: KATHARINE HEPBURN (Improvvisamente l’estate scorsa di Joseph L. Mankiewicz) che interpreta la ricca ed eccentrica Mrs. Violet Venable che si rivolge alla clinica psichiatrica del dottor Hockstader promettendo un milione di dollari perché venga attuato un trattamento di lobotomia su sua nipote Catherine Holly per nascondere l’omosessualità di suo figlio, in una grande prova d’attrice

I°Posto: GLENN CLOSE (Le relazioni pericolose di Stephen Frears) che interpreta la Marchesa de Merteuil, ricca vedova e cinica conoscitrice dell’animo umano e delle debolezze insite nei sentimenti, nonché abile manovratrice dei suoi amanti in una delle più memorabili interpretazioni cinematografiche.

Festival di Cannes

Festival di Cannes: Sorrentino, Garrone e Moretti in concorso

Arriva dal Festival di Cannes una bella notizia per il cinema italiano, e cioè la scelta di portare in concorso tre pellicole tricolore rappresentanti di quel cinema d’autore che resiste e persiste ancora nel nostro paese, malgrado una critica spesso feroce e di parte di una certa stampa che ama “trincerarsi” dietro l’idea di un passato stilistico e contenutistico lontano dalla realtà contemporanea. Il primo film è quello di Nanni Moretti, Mia Madre con Margherita Buy e John Turturro; presenza attesa per il regista de “La stanza del figlio” con cui aveva vinto nel 200I proprio la Palma d’Oro a Cannes e che in Francia ha trovato la sua seconda patria. Con “Mia madre” Moretti realizza un film che fa della propria esperienza personale un’opportunità per esplorare i limiti tra vita e racconto cinematografico, descrivendo il difficile periodo di una regista di successo che sta lavorando a un film con protagonista un famoso attore americano ma che contemporaneamente deve anche preoccuparsi di accudire la madre gravemente malata. Il secondo film è del premio Oscar Paolo Sorrentino che arriverà alla Croisette con il suo secondo film in lingua inglese, dopo aver vinto proprio a Cannes nel 2008 il Gran Premio della Giuria per l’acclamato Il Divo sulla figura controversa di Giulio Andreotti. Il regista de “La grande bellezza” porterà a Cannes “Youth-La giovinezza” con Michael Caine, Harvey Keitel e Jane Fonda esplorando un tema a lui caro, e cioè il rapporto tra la nostalgia del passato e la frenesia del nuovo che avanza sullo sfondo di un Hotel “felliniano” che raccoglie e amplifica le atmosfere della Montagna Incantata di Thomas Mann. Il terzo film è quello dell’enfant prodige del cinema italiano, e cioè Matteo Garrone, autore di capolavori come L’imbalsamatore, Primo amore e Gomorra che vinse proprio a Cannes il Gran Premio della Giuria. Il titolo del suo ultimo lavoro cinematografico è Il racconti dei racconti ed è l’adattamento cinematografico della raccolta di fiabe Lo cunto de li cunti, scritta da Giambattista Basile, con Salma Hayek, John C.Reilly, Alba Rorwacher , Toby Jones, Vincent Cassel, suddiviso in 3 episodi dal titolo: La reginaLa pulce e Le due vecchie. Un racconto onirico e favolistico che reinterpreta la lezione di Basile in un modo del tutto nuovo ed originale, facendo traghettare la fiaba in una dimensione realistica, saggia testimone di una radicata espressione popolare. Non resta che aspettare la settimana dal 13 al 24 maggio durante la quale si terrà la 68esima edizione del Festival di Cannes, a cui parteciperanno altri I5 titoli tra cui spiccano i due favoriti alla vigilia e cioè Gus Van Sant per The Sea of Trees e Dennis Villeneuve per Sicario.